Un nuovo ecografo per l'ospedale di Mondovì
Uno strumento prezioso per agevolare l'apposizione degli accessi venosi ecoguidati, che nell'ultimo anno, sul territorio cebanomonregalese, sono stati oltre 700
L'ospedale "Regina Montis Regalis" di Mondovì ha ricevuto nella mattinata di oggi, sabato 1° febbraio 2020, un nuovo ecografo, donato dalla Fondazione BCC Pianfei e Rocca de' Baldi.
Il dottor Andrea Gattolin, primario di Chirurgia, ha spiegato che "questo macchinario ci consente di compiere un ulteriore passo in avanti nel percorso assistenziale", prima di lasciare spazio alle immagini e alla descrizione dello strumento da parte del chirurgo Paolo Guffanti, specializzato negli accessi venosi e dell'infermiera Agnese Pizzorno: "Sono stati oltre 700 gli accessi ecoguidati che hanno aiutato i nostri pazienti negli ultimi dodici mesi
sul territorio cebano-monregalese".
È successivamente intervenuto il dottor Maurizio Ippoliti, vero promotore dell'acquisto: "L'ecografo è stato donato alla Chirurgia, ma servirà a tutti e sarà a disposizione degli altri reparti".
Il referente della Fondazione, Luigi Bianchessi, ha quindi preso la parola presso la sala intitolata alla memoria di Livio Dragone: "Abbiamo fatto uno sforzo superiore ai nostri mezzi, ma è stato fortemente voluto. Speriamo in futuro di proseguire su questa strada".
Gli ha fatto eco Paolo Blangetti, presidente della BCC Pianfei e Rocca de' Baldi: "Vorrei ringraziare tutti quanti per questa giornata. Il nostro vuole essere un segnale di fiducia, ma anche di ringraziamento per l'operato quotidianamente svolto dalla sanità locale".
Presente anche il sindaco di Mondovì, Paolo Adriano, che ha asserito: "Combattiamo battaglie continue con l'Asl Cn1, ma da alleati e le vittorie che conseguiamo elevano la qualità del servizio ospedaliero. Ci mettiamo l'anima e la partecipazione di privati e fondazioni dà la forza a tutti noi di sostenere queste lotte".
Il direttore generale dell'Asl Cn1, Salvatore Brugaletta, ha invece commentato: "Non è un mistero che stiamo vivendo un momento di grande delicatezza, perché non abbiamo saputo ben programmare i livelli di formazione dei medici specialisti e, di conseguenza, abbiamo una carenza acuta e difficile da sostenere. C'è una sofferenza del sistema che non trapela, ma che grava sulle spalle degli operatori. Per questo, apprezziamo molto queste iniziative
di solidarietà nei nostro confronti".